DERRICK DE KERCKHOVE
' L'ARCHITETTURA DEL'INTELLIGENZA',TESTO E IMMAGINE NOVEMBRE 2001
Alfabeto di un nuovo spazio: il cyberspazio.
Originario dal nulla?
Determinato da una evoluzione di spazi precedenti?
De KerKchove indaga sulla spazializzazione:l'alfabetizzazione
greca con la sua analiticità ha creato l'approccio oggettivo al
reale ponendosi in contrasto con la contestualità fenicia .E' così
che inizia la sua trattazione ,è così che decide di codificare
il passato per dare nuove interpretazioni del presente.
E’ un testo che ci costringe a tirarci fuori da
visioni preimpostate, a cambiare punto di vista,non nello spazio ,ma da
un altro spazio.Una introiezione che ordina le nostre menti secondo altri
processi e le vuole richiamare da quello stato di interiorizzazione che
fa vivere spazi mentali dominati da visioni prospettiche, ordinate da noi
stessi.
Uno spazio di sostanza, contro uno spazio di accidenti:
continue dicotomie..
Teatro interiore, mente privata : mente connettiva
che si manifesta attraverso l’estensione dei nostri sensi; la creazione
di un altro luogo per la coscienza.
Lo schermo connesso crea ponti, visualizza il cyberspazio
che esiste sempre, nei cavi, negli impulsi ed ha una sua profondità
interiore, data dalla connettività ed ipertestualità.
Ne scaturiscono nuovi criteri di qualifica per
gli spazi, all’interno di questa logica di un nuovo linguaggio :opportunità
di gestione del tempo, occupabilità.
Cosa esclude? La vivibilità.
Occupabilità che oscilla tra la certezza
e il dubbio di una nostra possibile proiezione di presenza.E’ una
atto critico,consapevole, della nostra coscienza.
Cyberspazio, spazio fisico, spazio mentale.
E’ un flusso continuo di imput razionalizzati sotto
parole-chiave, ma ogni parola è un mondo che ne include altri all’interno.
(Il mondo dell’ipertestualità,in un’ottica
personale,locale,globale,alla radice del World Wide Web,uno spazio di informazioni.)
Siamo curiosi ,sconcertati di verificare come questo
information -processing sta trasformando la nostra mente e la nostra percezione
del mondo. Partendo dalla premessa che materia è energia,
si arriva a quella che è la rivoluzione informatica nel campo della
materia o dell'architettura vista sin ora prevalentemente nella sua essenza
materica .Rivoluzione che si manifesta in un'arhitettura/interfaccia con
capacità di dialogo e di informazione. L'architettura diventa
un 'dispositivo materiale di accesso all'immateriale',una infrastruttura...fino
a giungere alle soglie di pura illusione offerta dalla realtà virtuale
in cui si va smaterializzando il reale ,il tempo,lo spazio ,il peso ed
il colore per trovarci di fronte alle coordinate di Descartes ed oltre,l'abisso.
De kerchove cita Sthephen Perrella e la sua nozione
di hipersuperficie come soglia tra lo spazio fisico e mentale in cui si
mescolano tutti i sensi in continuità ,come nel nastro di mobius.
Esamina l'anti-spazialità di Lars Spuybroek che vuole sostituire
il corpo proporzionale vitruviano con uno empirico e in contrapposizione
Peter Anders che sostiene lo spazio come uno strumento di pensiero,quindi
sempre valido perchè è ciò che l'osservatore
mette in gioco.
Rimane sempre latente il dubbio sull'effetivo ruolo
del virtuale in quanto liberatore o meno dell'architettura come sostengono
Marcos Novak e Greg Lynn o solamente un'idea utopica.
E oltre,si parla di luogo dilatato dato dall'interconnessione
virtuale tra i vari luoghi,uno spazio duplicato o sostituito?La realtà
virtuale vuole la supremazia o come sostiene Walter Benjamin serve ad aumentare
il gusto per le cose reali? Per Mc Luhan il nuovo medium converte quello
precedente in una forma d'arte,e non sempre si pone la necesità
di una 'duplicazione spaziale.
Un punto che viene rilevato è l'opportunità
che il cyberspazio offre di dare forma oggettiva ai contenuti della propria
immaginazone architettonica come si vede in Simcity creando vere e proprie
città digitali : si passa così da un'estensione del reale
ad una sorta di sopraffazione di esso dove tutti possono contribuire alla
creazione annullando le regole spazio-temporali e riproporre i 'luoghi
dei desideri'.
La realtà mista che è oggetto e scenario
di un interscambio reale/virtual,e attraverso la costruzione di una
piattaforma comune è il progetto portato avanti da Monika
Fleishmann e Wolfang Strauss con il loro eMuse,realizzato come ambiente
per molteplici utenti tramite le reti VRML sviluppatasi in Netzspannung
per la cooperazione efficace da parte della comunità e quindi definibile
in quanto connettiva ,archutettura dell'intelligenza.
I termini della discussione sono sempre più
rivolti ad una architettura percepita bidimensionalmente;ma una
bidimensionalità nuova che è in vita grazie ad una superficie
che è flessibile,un confine deformabile,associabile alla nostra
epidermide anche nella sua funzione di scambio con l'esterno e per le sue
caratteristiche sensoriali,come hanno sperimentato Toyo Ito e Jean Nouvel.